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Applicare il piano all’interno della struttura
La miglior soluzione è elaborare il piano seguendo una procedura progettuale, nella quale la realizzazione sia preceduta da una fase di pianificazione. Si può ad esempio prevedere un’articolazione in cinque tappe, analoga all’esempio pratico descritto nell’ultima scheda di questo capitolo, che ha dato buoni risultati in una struttura di cure per persone anziane della città di Zurigo.
All’inizio occorre chiedersi se all’interno dell’azienda o della rete di cure sono disponibili le risorse necessarie, in particolare di tempo e di personale, per elaborare un piano di intervento precoce. Nei casi complessi, vale la pena chiedere a un esperto esterno di seguire il progetto, idealmente qualcuno che lavori nella prevenzione delle dipendenze e che sia anche in grado di comprendere bene le condizioni particolari nelle quali evolve la struttura di cure. Occorre chiarire bene l’incarico, preparando un incontro preliminare tra l’esperto, la direzione e il gruppo di lavoro incaricato del progetto. In una pianificazione di questo tipo, conviene prestare attenzione ad alcuni aspetti in particolare, ossia:
- Occorre dapprima fare il punto della situazione, per mettere in evidenza le soluzioni che sono già state trovate e, dunque, quali elementi del piano esistono già. In seguito, bisogna stabilire la struttura e i processi, e inventariare le risorse disponibili: finanze, tempo, personale, conoscenze. Infine, occorre considerare tutto ciò alla luce delle condizioni quadro esterne, in particolare dei requisiti giuridici o dei vincoli imposti dai finanziatori, che possono limitare il campo d’azione.
- Lo scopo e gli obiettivi del progetto in generale e, in particolare, dell’intervento precoce quale strumento di lavoro, vanno spiegati all’intera équipe.
- Occorre infine incaricare un gruppo di lavoro di gestire il progetto. Il gruppo definirà poi le tappe del processo di elaborazione del piano, che serviranno da punti di riferimento per lo svolgimento generale.
Questa analisi può essere suddivisa in due parti. In una prima fase, il gruppo di lavoro esamina la situazione presente, tenendo conto delle risorse disponibili (esperienze, conoscenze), nonché dei diversi interessi e bisogni. Se occorre, coinvolge altre persone che svolgono alte funzioni all’interno dell’azienda o della rete di cure. Il secondo passo è trovare una linea comune per quanto riguarda la percezione e la valutazione dei comportamenti problematici e dei pericoli, riflettendo sull’atteggiamento di fondo da adottare nei confronti degli ospiti della casa di riposo (o degli utenti della rete di cure) che presentano problemi legati al consumo di sostanze.
La ricerca dell’atteggiamento corretto porta alla formulazione di direttive che serviranno da riferimento per la successiva definizione di regole vincolanti. Infine, occorrerà definire i diversi campi nei quali il piano sarà applicato. In questo modo, l’intervento precoce quale strumento di lavoro otterrà il sostegno di tutto il personale, ciò che è un prerequisito essenziale per il suo buon funzionamento.La definizione dei campi di intervento comprende quattro punti essenziali:
- formulare un piano che definisca la procedura da seguire – dal momento in cui si individuano le prime avvisaglie di un problema di dipendenza fino all’intervento. Chiarire inoltre la partecipazione dei curanti (servizi, reparti) e dei famigliari nelle diverse fasi (definire i ruoli e le competenze);
- stabilire le collaborazioni interne e esterne per offrire il miglior aiuto possibile agli utenti o agli ospiti vulnerabili, ad esempio con i centri di aiuto e consulenza per problemi di dipendenza da sostanze (in merito si veda anche la scheda Contattare un aiuto specializzato);
- formulare istruzioni per il personale, che descrivano in modo pratico e concreto la procedura da seguire per interagire con un ospite o un utente vulnerabile e con le persone che gli sono vicine;
- formare le collaboratrici e i collaboratori, secondo le loro funzioni e le loro competenze professionali, ad esempio per il colloquio con il paziente, per l’osservazione sistematica o per la trasmissione di informazioni.
L’applicazione del piano ai diversi campi di intervento richiede una serie di misure:
- formulare i principi guida, che saranno poi documentati e archiviati (eventualmente in relazione con il sistema interno di gestione della salute e/o della qualità);
- stabilire lo svolgimento della procedura;
- creare o adattare strumenti per la pratica, ad esempio modelli di documenti (accordo concluso al momento del ricovero, formulario nel quale il personale annota le sue osservazioni), tecniche per svolgere i colloqui (in merito rimandiamo anche alla scheda Intervento breve);
- chiarire le mansioni e le competenze dei singoli servizi o reparti, in particolare quelli centrali;
- stabilire le collaborazioni interne e esterne;
- formare il personale affinché sia in grado di osservare (limiti dell’interpretazione) e di intervenire, secondo le funzioni e le competenze professionali;
- organizzare una riunione con il personale di tutti i reparti (compresi i servizi di pulizia, i servizi tecnici ecc.) per informare sulle procedure e sulla linea adottate dalla struttura di cure.
Alla fine del progetto, i risultati raggiunti vanno comunicati a tutto il personale, così da integrarli saldamente nella cultura aziendale. In questo modo, la struttura di cure si conferma un’organizzazione in grado di apprendere (learning organisation). Alla valutazione del processo partecipano il gruppo di lavoro e le altre persone chiave.